Elisa, italiana cresciuta al confine tra Italia ed Austria, ci racconta la sua storia e ci dà qualche consiglio sul crescere figli bilingui.
Carissima Elisa! Grazie per aver accettato di partecipare a questo progetto. Raccontami un po’ di te, chi sei e con quali lingue sei cresciuta?
Sono nata in Italia da genitori italiani e, a partire dall’età di un anno e mezzo, tutta la famiglia si è trasferita in Austria ad Arnoldstein (in Carinzia). Lì ho iniziato a frequentare l’asilo e la scuola materna in lingua tedesca. Dopo l’asilo ho frequentato le scuole elementari per quattro anni e successivamente il Gymnasium a Villach. Ho imparato il tedesco in contesto scolastico perché in casa abbiamo sempre parlato esclusivamente italiano.
Quali sono state le motivazioni per questa scelta da parte della tua famiglia? E come hanno reagito i parenti?
Mio papà a quel tempo lavorava già in Austria, per cui i miei genitori hanno ritenuto giusto che io e i miei fratelli frequentassimo le scuole nel luogo in cui abitavamo. I parenti dalla parte di mio papà vivono nel meridione e, pur avendo sempre mantenuto i contatti con loro, non saprei dirti cosa pensavano esattamente della nostra crescita multilingue. I parenti dalla parte di mia mamma invece sono friulani, abbiamo mantenuto i contatti e hanno sempre preso in modo positivo la scelta dei miei genitori di vivere in Austria. Non ho mai ricevuto nessun commento negativo da parte della famiglia.
Come siete stati accolti in Austria?
Be’, considera che ho frequentato l’asilo negli anni ‘80 e a quel tempo non c’erano molte famiglie italiane che vivevano ad Arnoldstein, però ci siamo sempre trovati molto bene, ci siamo inseriti facilmente e i contatti con gli altri bambini sono sempre stati tranquilli e positivi. Anche al di fuori del contesto scolastico mi consideravano come se fossi un’austriaca. Nella nostra classe non c’erano altri bambini italiani, eravamo solo io e mia sorella gemella; nella classe di mio fratello, invece, c’era un bambino con padre italiano e madre bulgara, gli altri italiani erano più grandi di noi e frequentavano le classi successive. Devo dire, che ci siamo inseriti senza alcuna difficoltà.
Com’erano le comunicazioni scuola-famiglia?
Mia mamma frequentava un corso di tedesco per riuscire a comunicare ad un livello base, ma comunque quando doveva andare al ricevimento degli insegnanti c’era sempre qualcuno che faceva da tramite, in queste zone di confine molti parlano italiano. Non ha mai avuto grossi problemi per conoscere l’andamento scolastico dei figli.
Durante i tuoi viaggi in Italia, hai mai avuto la sensazione di sapere poco italiano o di non avere lo stesso livello dei tuoi coetanei o parenti in Italia?
Sinceramente no. Abbiamo avuto la fortuna che i miei genitori, in modo particolare mia mamma, ci correggessero sempre quando facevamo errori in italiano. In casa abbiamo sempre parlato italiano standard, mai dialetto. Credo che questo sia stato un grande vantaggio per l’apprendimento dell’italiano.
Avete usato delle strategie particolari per imparare a leggere e scrivere in italiano?
Sì, mia mamma all’età di circa 10-11 anni ci faceva qualche dettato, di solito nel fine settimana, quando avevamo più tempo. Lo ha sempre impostato come un gioco e per noi era un piacere farlo perché era quasi una competizione tra fratelli, per vedere chi faceva meno errori, non lo sentivamo come un peso. Lei poi correggeva i nostri testi e ci spiegava gli errori e così abbiamo imparato a scrivere correttamente in italiano. Era un’attività abbastanza costante ed eravamo molto motivati.
Come è proseguito il tuo percorso scolastico?
All’età di 13 anni ci siamo trasferiti in Italia, a Udine. Io e mia sorella siamo state iscritte in terza media, mio fratello in prima superiore. Prima di iniziare la scuola in Italia, mia mamma ha deciso di farci seguire da una studentessa universitaria durante l’estate per insegnarci la grammatica italiana, che noi, ovviamente, non avevamo mai imparato alla scuola austrica. Abbiamo preso lezioni per circa un mese e mezzo. L’impatto con la scuola italiana è stato positivo, non abbiamo avuto nessuna difficoltà né ad inserirci né con la lingua. Per esempio, per quanto riguarda la grammatica, mi ricordo che grazie a queste lezioni durante l’estate avevamo acquisito una buona base di analisi logica e grammaticale e, una volta cominciata la scuola, ci sembrava di essere perfettamente al passo con i compagni di classe. Per quanto riguarda le altre materie, non abbiamo avuto grossi problemi, e in matematica eravamo un po’ avanti con il programma rispetto a loro, a causa della differenza nel curriculum scolastico della scuola austriaca. Come lingua straniera mia madre aveva scelto per noi il tedesco, lezione in cui ovviamente non avevamo nessuna difficoltà, in modo che potessimo dedicare più tempo allo studio delle altre materie. E poi avevamo storia, geografia e scienze che comunque erano materie di studio anche in Austria, quindi bastava impegnarsi. Non eravamo spaventati dall’esame di terza media, anche in quel caso è andato tutto bene. Poi abbiamo frequentato le scuole superiori in Italia, io ho frequentato il liceo scientifico. Non avevo voti altissimi né in italiano né in latino, avevo la sufficienza. Credo avessi qualche lacuna perché non riuscivo a tradurre bene dal latino all’italiano, ma mi sono sempre comunque impegnata molto. In seguito ho frequentato l’università per traduttori e interpreti a Trieste, ho studiato tedesco e olandese e avevo l’inglese come terza lingua. Per l’esame di ammissione era richiesta un’ottima conoscenza del tedesco e non ho avuto problemi. Tutti i miei compagni di corso, infatti, erano di madrelingua tedesca o comunque con un livello quasi nativo di tedesco.
Cosa significa per te essere bilingue? Ti consideri bilingue?
Si, mi sento bilingue. Anche se devo dire che l’italiano è la lingua che prevale. Secondo me essere bilingue significa saper parlare due lingue in modo spontaneo, in modo naturale, senza dover pensare.
Stai crescendo i tuoi figli con più di una lingua?
Sì, stiamo crescendo i nostri figli bilingui. Viviamo in Italia e la lingua della famiglia rimane l’italiano. Mio figlio più piccolo ha quasi 5 anni e frequenta l’asilo ad Arnoldstein, frequenta anche tutte le attività extrascolastiche in Austria, quindi in tedesco. A casa parliamo prevalentemente italiano, ma ogni tanto lui pronuncia qualche parola in tedesco, per esempio quando gioca, perché certi termini li conosce in tedesco dato che all’asilo gioca in tedesco con i suoi compagni, e allora in quel caso io e mio marito gli rispondiamo in tedesco. Devo dire che è una cosa molto spontanea.
Che consiglio daresti alle famiglie italiane che crescono i loro figli con più di una lingua, magari perché, come voi, si sono trasferite all’estero?
Sinceramente direi alla famiglia di non preoccuparsi assolutamente e di non farsi tanti pensieri per quanto riguarda lo sviluppo linguistico dei loro figli, perché i bambini apprendono molto velocemente la lingua straniera. Inoltre, se sono bambini che socializzano facilmente riusciranno ad inserirsi velocemente nel nuovo contesto educativo. Direi ai genitori di non trasmettere i loro timori al bambino perché lui per primo, una volta inserito nell’ambiente straniero, vivrà la situazione come naturale e non si farà nessun tipo di problema! Siamo noi genitori a preoccuparci troppo a volte! Ci facciamo tanti pensieri, non sono sempre motivati. Secondo me, il bambino non avrà nemmeno difficoltà una volta che tornerà a scuola in Italia, perché potrà apprendere molto velocemente e riuscirà a recuperare eventuali lacune. Questa almeno è stata la nostra esperienza.
Grazie mille Elisa per la tua disponibilità e per questa interessante chiacchierata!
Riassumendo, ecco qui tre punti importanti per gli italiani che vivono all’estero e che crescono i loro figli con più di una lingua:
- Non preoccupatevi troppo e abbiate fiducia nei vostri bambini!
- Parlate italiano il più possibile, sfruttate ogni occasione!
- Se potete, organizzatevi per insegnare ai vostri figli anche a leggere e scrivere in italiano!